© by Oria Strobino 2014

CRITICHE

LA PITTURA DI ORIA STROBINO.  SPERIMENTARE LA TRADIZIONE, INNOVANDO. Oria Strobino è una virtuosa della tecnica pittorica , che applica nelle diverse forme , innovandole . Oria sperimenta i materiali , gli stili e i soggetti della tradizione accademica con originalità , rendendoli attuali. E’ un’ artista versatile , ed ha realizzato anche opere di pittura su vetro e su  tessuto. Predilige i soggetti figurativi, quali il ritratto e la figura femminile , i cavalli , le nature silenti . L’ impronta realista  della sua opera , è evidente nei dipinti di cavalli , quali  l’ opera  “ Libertà  “ magistralmente  interpretati nelle loro caratteristiche più salienti , che ben esprimono  il vigore e la forza del movimento. La pittura di Oria è d’ ispirazione realista , quanto originale e personale nelle  scelte compositive e cromatiche   Oria ha una notevole padronanza del disegno naturalista,che è una costante ben riconoscibile nella sua opera. La maestria tecnica di Oria è ben visibile nei suoi “ falsi d’ autore “ opere in cui  l’ artista rende omaggio ai grandi pittori del passato , da Leonardo a Michelangelo , da Matisse a Monet .     Le nature silenti più recenti, sono realizzate su superficie preparata con il gesso,  così da ottenere l’ effetto “strappo d’ affresco” Le tonalità polverose degli sfondi, fanno emergere il colore dalle forme , creando  un singolare contrasto cromatico. Notevoli le sue opere su tavola di legno invecchiato ; sono particolarmente belli i suoi  angeli contemporanei, enigmatici quanto evocativi. Gli angeli , hanno i volti di fanciulle d’ oggi, ritratte nella loro soave bellezza, resa celestiale quanto tenera da ali angeliche e luminescenze in foglia d’oro . Gli angeli di Oria esprimono la grazia e l’ ingenuità della fanciullezza , sospesa  nello spazio onirico e atemporale della trascendenza immaginativa . Il ritratto e la figura femminile sono anche soggetto delle opere a matite colorate ed a pastello soffice.  Notevoli i ritratti di purosangue , per l’ intensità dei bruni e l’ uso pittorico del pastello .  Tra le opere a matite colorate , da notare i ritratti di bambine e fanciulle, molto  accurate,quanto aggraziate, per i toni delicati della linea e del tratteggio.                                                                                                                                                                                    Lia Briganti Dal volume "PITTORI CESENATI DEL 900" Sono suggestive per purezza e liricità le immagini che Oria Strobino sa creare usando il materiale più vario, dal legno alla tela, dal vetro alla carta, dalla stoffa alla lastra radiografica. Un mondo incantato nel quale l'osservatore viene coinvolto come da una forza magica, provando sensazioni gradevoli e appaganti. Sente di trovarsi di fronte ad un artista "pulito", senza remore accademiche o condizionamenti concettuali. Le conoscenze della storia dell'arte e i contenuti culturali di cui l'artista è in possesso non sono rimasti elementi di mera erudizione: li ha assimilati e integrati in sé diventando così strumenti della sua spontaneità espressiva. I soggetti d'indagine comprendono un'ampia gamma di tematiche, che vanno dalla pittura classica del Trecento italiano al verismo naturalistico moderno, dall'iconografia religiosa tradizionale alle problematiche sociali contemporanee.  Ma ci sono ambiti di ricerca specifici nei quali Oria sembra muoversi con maggiore spontaneità e destrezza. Uno di questi è la raffigurazione degli angeli, simboli di bellezza e spiritualità, ma anche di terrestre umanità, propria delle persone viventi. Altro campo preferito è quello dei volti femminili e dei bambini, dove la Strobino esprime forse il meglio di sé. L'armonia delle composizioni, la dolcezza delle forme e la tenerezza dei colori, si vedono e si sentono come atteggiamenti e sentimenti umani in reali condizioni di vita. C'è poi il settore particolare dei cavalli, esplorato con cura perché fortemente sentito. Rappresentati nei loro vigorosi movimenti, con la criniere al vento, questi splendidi animali dal mantello bianco o sauro, ci danno l'immagine della forza e della libertà, ideali a cui tutti aspiriamo. Bisogna ricordare infine, le "nature morte" e la ritrattistica, due tematiche d'importanza non certo inferiore alle altre, dove il criterio di lavoro si ispira al vero di natura, personalmente interpretato e umanizzato.                                                                                                                                                                  Attilio Bazzani                                                                                                                                                                    ORIA  STROBINO                                                          BELLEZZA  E  SAPIENZA  NELL'OPERARE  D'ARTE    Straordinaria è la creatività femminile e del pari straordinarie sono le doti allacreatività connesse: la curiosità, la ricerca, la sperimentazione, l'intrapprendenza nel mettere in gioco le proprie capacità e nel proporre le realizzazioni conseguenti. Sensibili, duttili, intuitive, le donne sanno fondere la memoria del passato, intesocome patrimonio di esperienze e di bellezze, col  vivere nel presente, come protagoniste  dirette e operose, col proiettarsi nel futuro, di cui i figli sonopersonificazione. Quante rinunce, poi, nel nome dei figli e quanta passione nelcominciare o ricominciare, quando gli impegni familiare lo consentono! Queste erano le mie riflessioni, mentre osservavo le opere di Oria e ne ascoltavole vicende umane ed artistiche.  Autodidatta, pur con alcune frequentazioni degli studi di Osvaldo Piraccini edi Ugo Pasini,Oria, indotta da un inesauribile desiderio di scoprire, di apprendere,di tradurre il proprio mondo interiore in forme e colori, ha messo a punto e praticato le tecniche più varie: dall'acquerello alla sanguigna, al carboncino, al pastello, allapittura su vetro e plexiglas, dedicandosi anche a tecniche del tutto innovative, qualil'acrilico su gesso, con effetto di affresco o su lastre utilizzate per radiografie. L'evidente perizia, tanto più ammirevole nella nostra contemporaneità, nel cui ambito la manualità spesso viene considerata secondaria rispetto alla concettualità, l'abilità, in altre parole, di resa prospettica, volumetrica, cromatica, dinamica costituiscono il necessario supporto di un limpido figurativo, piacevolissimo nella sua immediata leggibilità e nella ricchezza di valori estetici e di eleganza, di armonia, di sapienze coloristiche, un figurativo di cui, nel contempo, colpisce la pregnanza di significati. Tre le tematiche predilette, anche se non esclusive, assunte quali proiezioni di queiconcetti artistici ed ispirativi sopra esposti: il volto femminile, i cavalli, la natura morta. I cavalli incarnano l’avvenenza delle forme e il movimento, soprattutto esprimono quell’aspirazione di libertà, che emblematicamente è comune a tante donne,e che Oria manifesta anche nella rappresentazione di marine. L’immagine femminile è invece indagine di sè e insieme, per diretta appartenenza, comunanza con l’universo dalle mille sfaccettature, dall’infinito fascino. Le parole di Gozzano “Donna:mistero senza fine,bello!”, possono essere assunte a sintesi delle splendide composizioni di Oria, che predilige la tavola lignea e la foglia d’oro per dar spicco a visi incisivi nella loro distinta personalità,”moderni” nei lineamenti, franchi negli sguardi,diretti e decisi. Anche le Madonne, pur soffuse da una maggiore tenerezza e dolcezza, sono in primo luogo donne. Stupendo è questo connubio fra le figure angelicate (le ali sono sempre presenti) che nel contempo sono pienamente responsabili della loro vita e risolute ad esserlo, e nella tecnica antica preziosa (il legno e l'oro), risalente alla grande tradizione dell'arte duecentesca e trecentesca, la cui adozione è ricerca, conoscenza acquisita dall'indagine di modelli illustri e, insieme, esaltazione della bellezza e simbolo di amore, di attaccamento alle proprie radici. Analoghe sono le considerazioni in merito alle nitide, raffinate nature morte, il cui "sapore" pompeiano (più che ascendenza) è evidente. Personalmente ammiro la scelta, che può risultare più anticonformista di quelle legate a tanta contemporaneità o avanguardia esasperata, la scelta dicevo, di volgere la mente e l'animo al nostro vastissimo retroterra  culturale ed artistico, che costituisce un patrimonio connaturato e spesso inconscio, facendolo rivivere e reinterpretandolo con originalità e sicura personalità oltre che, lo sottolineo ancora una volta, con salda disciplina e sapienza tecnica.Oria è maestra nel saper fondere passato e presente: le sue opere ne sono affascinante attestazione.                                                                                                                                                                                 Flavia Bugani   La pagina pittorica di Oria Strobino si esprime (fin dalle prime esperienze) secondo un linguaggio figurativo in cui si avvertono umori che si nutrono di classicismo e, nel contempo, di tensioni e situazioni attuali. I suoi cavalli in corsa, le nature morte, le figure umane sono realizzate con grande coerenza stilistica e con studiata cura nell'uso dei colori che oscillano fra tonalità minori ed altre, invece, vivaci e pulsanti di vita. Le immagini paiono, talora, quasi insofferenti di essere incasellate nel territorio e nell'atmosfera di "altri tempi" per rivendicare invece la loro attualità. Ecco dunque gli angeli assumere caratteristiche terrene, poco mistiche, ecco la Madonna prediligere l'aspetto umano, come una qualunque madre. Se Oria ha raggiunto gli esiti pittorici attuali, di sobrietà ed equilibrio compositivo, ciò si deve al suo amore per la pittura, al suo impegno continuo per raffinare la padronanza dei mezzi tecnici, alla sua curiosità intellettuale e ad un severo studio rivolto anche a celebri quadri del passato (di cui ha realizzato parecchie copie) che sono stati l' abc per la conoscenza del segno, della scansione cromatica, e della potenzialità della luce, oltre che della sapienza della pennellata e dell'armonia della struttura dell' opera. Oggi i dipinti di questa artista (piemontese di nascita e cesenate d'adozione) nascono compiuti, definiti fin nei minimi particolari, intensi nella loro dichiarata intransigenza espressiva e nessuno di loro va considerato singolarmente perché è proprio l'insieme che colpisce per coerenza di tecnica e di sensibilità: paiono le sequenze ben organizzate di un percorso all'apparenza sereno e di facile lettura, ma che tradisce un lavoro profondo, faticoso e tutt'altro che semplice. Questi dipinti sono, come la stesa pittrice ammette, un punto d'arrivo e di partenza e, nel contempo, l'espressione di una intensità emotiva e di una partecipazione di esiti raggiunti in modo consapevole e, perciò, senza cadute estetizzanti. Ora dinamicissimi cavalli, ora statiche nature morte, le opere della Strobino non trascurano mai la bellezza, la poesia, la raffinatezza delle pennellate che traducono stati d'animo, ma che lasciano spiragli per allettanti sottintesi. Ciò vale anche per la figura umana, in particolare per i ritratti che si pongono come rielaborazione mentale e critica. Nulla sfugge all'occhio attento e vigile di Oria. Pur non negando allusioni e citazioni, Oria si raccoglie attorno ad alcuni quadri chiave che completano studi, bozzetti ed acquerelli eseguiti nell'esplorazione dello stesso argomento. Il linguaggio figurativo rappresenta, in questo momento, l'esigenza primaria, insostituibile per intensificare quel senso di concretezza che, in lei, è sostanza del vivere e dell'agire.                                                                                                                                                                              Rosanna Ricci Oria  è una pittrice piena di vita e di energie creative, si ispira fondamentalmente alla natura nelle molteplicità delle sue valenze, e la sua arte è sentita in modo profondo ed ha una forza persuasiva ed una sensibilità lirica del tutto autonome. Questa è la sua formidabile ricchezza ed insieme è ciò che la conduce a non essere mai appagata, il che può essere una sorta di fastidio per quel che riguarda l'acquisizione di un'immagine artistica ben definita. Le sue capacità pittoriche sono indubbie, ottima rivelatrice di tratti umani, del movimento, risulta molto convincente quando si lascia trasportare dall'alata dolcezza del lirismo. I cavalli ne sono prova evidente, bianchi come i sogni più puri, con le criniere al vento che esprimono un rigoglio di libertà, appartengono indubbiamente alla sfera del desiderio; il ritorni alla natura, agli ampi spazi fisici e mentali, alla forza che scaturisce da un perfetto connubio fra materia e pensiero. I bianchi cavalli del mito che incarnano le tensioni poetiche, la voglia di percorrere le spiagge della vita senza gioghi, liberi dall'ansia: Oria è una donna e una pittrice intrisa di natura. Vitale, non si ferma mai. I suoi occhi sono costellati di forme, e vuole raffigurarle tutte. Ci si perde nel suo oceano di immagini.                                                                                                                                                                         Vittoria Bellomo
PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA  ALLA "GALLERIA DEL LOGGIATO" CESENA 1996 La mostra di Oria presenta alcuni motivi di sicuro interesse. Provo, seppur brevemente a indicarne alcuni. Innanzi tutto, ritengo segnalabile, questo nuovo affacciamento, con Oria, sulla scena figurativa cesenate nel segno di una qualità imprevista, e a tratti assai sorprendente. Non è certo a caso di recuperare qualche linea di ragionamento sullo "stato dell'arte" attuale a Cesena. Tuttavia, mi pare che in questa persistente tendenza implosiva manifestata dalla creatività locale a partire almeno dagli anni ottanta, l'opera di Oria si proponga oggi con ben precisa ragion d'essere ed un credibile indirizzo di ricerca e di stile. L'esposizione odierna se, dell'artista, attesta la raggiunta soglia della maturità, ne ripropone anche le tappe fondamentali del percorso creativo. Su questo non sfuggono esiti di un inizio apparentemente ingenuo, marcato da un'insorgente disposizione a significare qualcosa, sia che si trattasse di figurare la realtà immediata di una specie di casalingo "plein air", come pure di rendere per segni e per colori meditazioni interiori sulle apparenze del mondo. Penso, che questa ingenuità, da intendersi per davvero nel senso etimologico, sia presente anche nel lavoro più recente di Oria. Solo che, nel frattempo, si è andata precisando, la struttura d'ogni singolo quadro, come pure si sono via via raffinati gli strumenti della tecnica pittorica fino a raggiungere punte d'eccellenza, ad esempio, nella serie di tavolette con "nature morte" di frutta e fiori. Così , dall'iniziale, fervida e un poco imbarazzata tensione verso una buona resa pittorica del suo piccolo, grande mondo di immagini, Oria è giunta in breve, passando attraverso una cosciente selezione dei suoi interessi, a definire il proprio spazio creativo. In esso,  l'artista sembra tuttora dibattersi nel tormentoso dilemma del vero-non-vero. Al segno prevalentemente chiuso delle sue immagini, eccola scegliere in alcune composizioni la materia frastagliata, tipica di un quasi "non finito". Eccola ancora, Oria, spostarsi da reminescenze vedutistiche di certe marine e di certe spiagge, alla sperimentazione in chiave, verrebbe da credere, transfigurativa di temi narrativi come quelli scaturiti da manifeste suggestioni ecologiste ("Questa terra avrebbe veramente bisogno di un pò di pulizia: morale e materiale!"  scrive tra l'altro la pittrice in un suo "messaggio" esposto alla mostra). A me, tuttavia, di Oria piace ancora una volta sottolineare il raggiunto equilibrio delle sue "nature morte": finite o in abbozzo che siano, attraggono con quell'intensa, eppur opaca cromia che riporta all'ornato murale della classicità; e stupiscono pure, con quel taglio di modernità che si enuclea in un rapporto tra oggetto e spazio così poco fisico da risultare a dir poco problematico. Qui, davvero, la qualità non manca.                                                                                                                                                                                                     Orlando Piraccini Scrivevo qualche tempo fa, a proposito della pittura di Oria, sull'apparente esistenza, per l'artista, d'un doppio canale inventivo. E, mediante qualche tentativo di decodificazione di certe opere, forse le più riuscite, come in genere le "nature morte" mi veniva certamente da considerare, mi dichiaravo convinto del fatto che proprio dall'osservazione del vero e grazie all'utilizzo della citazione la pittrice traesse la linfa energetica essenziale per la sua inventiva. Fin dagli esordi, insomma, Oria aveva coscientemente tracciato il proprio spazio creativo. Da una parte l'irrinunciabile richiamo per la fisicità del reale con le sue presenze quotidiane da trasferire sulla tela, dall'altra la fascinosa attrazione per l'antico, grande dispensatore  di forme e modelli pittorici. E dunque oggi, di fronte alle opere più recenti di Oria, esprimo un pensiero di apprezzamento per la sua ricerca di buona pittura, inesausta anche nelle odierne immagini, così evidentemente, e non proprio a caso, nutrite di valori iconici. Una pittura, nelle intenzioni dell'artista, destinata ad essere attraente, e che si avvale quindi di espedienti tecnici, di nascosti processi esecutivi studiati e preparati dall'autrice, come insegna la migliore tradizione della prassi decorativa. Gli affreschi murali trattati a frammento, non diversamente dalle icone pennellate su vecchie tavole d'oro scolorato e logoro, costituiscono però anche, per Oria, ideali mezzi d'espressione. Ed ecco allora che su questi fondali così speciali, gli oggetti, le cose, perfino certe figure, tutti sottratti al variare dell'atmosfera naturale, vivono per loro segrete virtù. Mostrandosi infine a noi, come Oria vuole, nella suggestiva dimensione dell'incanto.                                                                                                                                                                                              Orlando Piraccini