Essere Donna

  Home Page

punto elenco

GEA

punto elenco

LILITH

punto elenco

PROSTITUTA

SACRA

punto elenco

EVA

punto elenco

VESTALI

punto elenco

EGITTO

Hashepsut

punto elenco

CRETA

punto elenco

GRECIA

Saffo

Ipazia

punto elenco

ETRUSCHI

Tanaquil

punto elenco

ROMANI

Tutula

Fabiola

punto elenco

CRISTIANESIMO

Teodora

punto elenco

MEDIOEVO

H.von Binden

E.d'Aquitania

Chiara d'Assisi

punto elenco

RINASCIMENTO

C. Sforza

I. d'Este

Elisabetta I

punto elenco

SEICENTO

A.Gentileschi

E.L.C.Piscopia

punto elenco

SETTECENTO

L.C.Bassi

M.G.Agnesi

punto elenco

OTTOCENTO

M.S.Curie

M.Montessori

punto elenco

NOVECENTO

I.Gandhi

M.Teresa

R.L.Montalcini

l'equivoco

la violenza

Angelo o

Demone?

 

 

 

                                      

CATERINA SFORZA
Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, Caterina (1462-1509) è stata signora insieme al marito di Forlì ed Imola negli ultimi decenni del XV secolo. Di forza d’animo non comune (specialmente per una donna dell’epoca), astuta e scaltra, seppe condurre le sue battaglie con determinazione e spirito vendicativo.
Bella, intelligente, energica, è stata una delle donne più note e ammirate del suo tempo e gli scrittori rinascimentali dicono che abbia superato per fama ogni altra donna del periodo. A conferma di ciò basta ricordare che a lei è dedicata una ballata del XVI secolo.
Nel 1473 venne organizzato il suo matrimonio con Girolamo Riario, nipote, o forse figlio, di Papa Sisto IV: questo’ultimo procurò loro la signoria di Imola, città nella quale Caterina entrò trionfalmente quattro anni dopo. In seguito, accompagnò a Roma il marito, che ottenne anche la signoria di Forlì a scapito della famiglia degli Ordelaffi. I nuovi signori di Forlì cercarono di guadagnarsi il favore popolare con una politica di costruzione di opere pubbliche ed abolendo parecchie tasse.
Alla morte di Sisto IV, Caterina occupò la rocca di Castel Sant’Angelo in Roma, per conto del marito, e la tenne bravamente finché la consegnò al Sacro Collegio. La scomparsa del Pontefice, ed il venir meno dei redditi che il servizio al Papa garantiva a Girolamo, costrinsero alla reimposizione di gravami fiscali che la popolazione forlivese avvertì come esosi.
Dopo oltre una mezza dozzina di cospirazioni fallite, infine Girolamo venne ucciso da una congiura capeggiata dalla nobile famiglia forlivese degli Orsi: il palazzo del Signore fu saccheggiato, mentre Caterina Sforza ed i figli venivano fatti prigionieri.
Poiché la Rocca di Ravaldino, cittadella centrale nel sistema difensivo della città, rifiutava di arrendersi, Caterina si offrì, subdolamente, di entrare a convincere il castellano.
Gli Orsi le credettero, sulla base del fatto che avrebbero tenuti in ostaggio i figli.  Una volta dentro però, Caterina rifiutò di ascoltarli e si preparò alla riconquista del potere, incurante delle minacce ai suoi figli. Poté così recuperare il governo sia di Forlì sia di Imola, anche grazie all’appoggio dello zio Ludovico il Moro interessato a garantirsi, in tal modo, una certa influenza nella zona della Romagna per contrastare la presenza di Venezia.
Pochi anni prima della morte, Caterina fu in corrispondenza epistolare con Girolamo Savonarola a cui chiese consiglio spirituale. Occupatasi a lungo di erboristeria, medicina, cosmetica ed alchimia, ci ha lasciato un libro di ricette e di procedimenti con quasi 500 preparazioni. Da Giovanni il Popolano del ramo collaterale della famiglia dei Medici di Firenze, ambasciatore della Repubblica fiorentina a Forlì, e suo secondo marito, ebbe il celebre condottiero Giovanni dalle Bande Nere.