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Ritorna all'immagine grande  MARIA MONTESSORI
Maria Montessori (1870-1952) trascorre infanzia e giovinezza a Roma, divenuta da poco capitale.

Fin dai primi anni di studio manifesta interesse per le materie scientifiche, circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante. Andando contro le aspettative familiari, si iscrive alla Facoltà diMedicina dell’Università “La Sapienza” scelta che la porterà a diventare, nel 1896, la prima donna medico dopo l’unità d’Italia.
Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell’università, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici, da lei definiti anormali. Il lavoro in clinica la porta ad entrare materialmente in contatto con gli ambienti scientifici di Inghilterra e Francia. Nasce così il suo interesse per la letteratura scientifica francese del primo Ottocento a proposito dei casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento, e per gli esperimenti rieducativi riguardo alla possibilità di inserimento nella comunità dei bambini anormali attraverso un percorso di educazione adeguato.
Proprio la partecipazione a numerosi convegni pedagogici, in varie città europee, le permette di apprendere metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali. Nel 1898 presenta a Torino, al congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche e dopo breve tempo, diventa direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma.

Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell’educazione, decide di rinnovare le sue basi culturali laureandosi in Filosofia. Nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini per i piccoli da 3 a 6 anni, in cui applica una nuova concezione di scuola d’infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica, volume che viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Dal successo del suo esperimento nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la Scuola magistrale Montessori e l’Opera Nazionale Montessori.
Nei primi anni Trenta incontra incomprensioni e crescenti difficoltà da parte del regime fascista che aveva tentato di farne uno strumento di propaganda politica e nazionalistica, e soprattutto da parte del regime nazista che fece sì che la sua immagine e i suoi libri venissero dati alle fiamme prima a Berlino e poi a Vienna.

A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista, nel 1934 si trova costretta ad abbandonare l’Italia.

Continuano così i suoi viaggi in vari paesi per diffondere la propria teoria educativa.

Ovunque viene accolta con onori.
Al suo rientro in Italia, nel 1947, si preoccupa innanzitutto di ricostruire l’Opera Nazionale e può riprendere e sviluppare le proprie finalità valorizzando i principi pedagogici e diffondendo la conoscenza e l’attuazione del Metodo.